Recensione Film: Black panther


Titolo: Black panther
Film del 2018
Diretto da Ryan Coogler
Genere: azione, avventura, fantascienza, supereroi
Durata: 134 minuti
Con:

Chadwick Boseman: T’Challa / Pantera Nera
Michael B. Jordan: Erik Killmonger
Lupita Nyong’o: Nakia
Danai Gurira: Okoye
Martin Freeman: Everett Ross
Daniel Kaluuya: W’Kabi
Letitia Wright: Shuri
Winston Duke: M’Baku
Angela Bassett: Ramonda
Forest Whitaker: Zuri
Andy Serkis: Ulysses Klaue

Trama parzialmente tratta da Wikipedia :

Durante l’alba dell’uomo in Africa si schiantò un meteorite composto di vibranio; cinque tribù iniziarono a lottare per possederlo. Un uomo, dopo aver ricevuto una visione dalla Dea Pantera, mangiò l’Erba a Forma di Cuore, una pianta modificata dalle radiazioni del meteorite, che lo rese più forte e veloce. L’uomo riunì quattro delle tribù, nacque così il regno di Wakanda e ne divenne il primo re, mentre l’ultima tribù, quella dei Jabari, si nascose sulle montagne. Il vibranio fece diventare il Wakanda molto più progredito di qualsiasi altra nazione, ma, temendo l’uso che il resto del mondo ne avrebbe fatto, il re decise di nascondere la vera Wakanda agli occhi di tutti.

Oggi, dopo la morte di suo padre, T’Challa, prima di tornare a casa, recupera Nakia, sua informatrice del mondo esterno e suo vecchio amore, affinché possa assistere alla sua incoronazione. Prima della cerimonia il principe viene privato dei poteri della Pantera da un infuso e deve affrontare chiunque voglia il trono in uno scontro con spada e lancia. Si presenta M’Baku, capo della tribù Jabari, il principe lo batte e lo risparmia, poi beve un infuso dell’Erba a Forma di Cuore e riacquista i poteri dopo aver rivisto il padre in un’esperienza extra sensoriale…

Commento:

Questo “Black Panther” mi è piaciuto parecchio, spesso mi succede questo quando sono scettico in partenza. Il cast è costellato di star. Il film pur essendo basato sui personaggi della Marvel sembra più una sorta di film di fantascienza. Le origini della Pantera, del Wakanda e del Vibranio sono extra-terrestri ma tutto ciò che ci gira attorno è estremanmente umano: la tradizione, la spiritualità ed i riti di iniziazione o di sfida per la reggenza del Regno, il razzismo, i diritti dellla popolazione di colore. In tutto questo bell’insieme c’è anche spazio per la Cia, diavolerie iper-tecnologiche e bei combattimenti. Finalmente anche la nemesi non è un megamostro in CGI ma un uomo che rivendica il trono e che non ha scrupoli per ottenerlo. Belle anche le figure di contorno, dalla Generalessa, a Zuri e al simpatico Martin Freeman/Everett Ross. Peccato che il Wakanda non esista davvero! Un film Marvel meno Marvel del solito ma “più” meraviglioso, in fondo.

 

Voto: 7.5 Spezziamo una lancia

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Recensione Film: 15:17 Attacco al treno


Titolo: 15:17 Attacco al  treno
Film del 2018
Diretto da Clint Eastwood
Genere:  biografico, drammatico, azione
Durata: 94 minuti
Con:

Spencer Stone: se stesso
Anthony Sadler: se stesso
Alek Skarlatos: se stesso
Judy Greer: Joyce Eskel
Jenna Fischer: Heidi Skarlatos

Trama parzialmente tratta da Wikipedia :

Nelle prime ore della sera del 21 agosto 2015, il mondo ha assistito alla notizia, divulgata dai media, di un tentativo di attacco terroristico sul treno Thalys 9364, diretto da Amsterdam a Parigi, che è stato sventato da tre coraggiosi giovani militari americani che erano in vacanza in Europa. Il nuovo film di Clint Eastwood ripercorre le vite di questi tre amici, dai problemi dell’infanzia, alla ricerca del loro posto nel mondo, fino alla serie di eventi che hanno preceduto l’attacco.

Commento:

Clint Eastwood è il motivo per cui ho guardato questo “15:17 Attacco al  treno”. Della storia mi ricordavo per la cronaca, ovviamente. Il film ripercorre attraverso l’uso dei flashback parte dell’infanzia problematica dei protagonisti, l’arruolamento di due dei tre e il viaggio in Europa fino al giorno dell’atto sventato sul treno.

Il regista è stato notevolmente coraggioso nel far recitare il ruolo dei protagonisti ai veri Anthony, Spencer ed Alek, con tutti i limiti della scelta. In realtà io che non ne ero al corrente non ho notato inefficienze nella recitazione, anzi. Quindi il raccontare una storia di eroismo vero con i reali eroi accresce il valore della storia. Di contro devo invece dire che il film non mi ha entusiasmato se non nei venti minuti finali, poiché sembra un film delle vacanze (con panorami da cartolina, luoghi comuni sul folklore, musiche sterotipo tipo “Volare” per l’Italia) tirato un po’ per le lunghe. Se l’epilogo è invece emoziante, avvincente e anche commovente, la prima ora è alquanto noiosa (magari è proprio l’intento di Eastwood per creare il contrasto tra la normalità e l’eccezionalità).

Comunque a me non basta il fatto dell’eroismo della persona comune e di quel “non so che” di Spencer nel voler trovare un senso alla propria vita per definirlo un bel film. Mi spiace perché è una bella storia ma davvero allungata come un brodo insipido non mescolato che sul fondo ha tutto il sale.

Ok odiatemi.

Voto: 6.5 Si può fare qualcosa?

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Recensione Film : L’uomo sul treno – The Commuter


Titolo: L’uomo sul treno – The Commuter
Film del 2018
Diretto da Jaume Collet-Serra
Genere: Thriller, Azione
Durata: 105 minuti
Con:

Liam Neeson: Michael McCauley
Vera Farmiga: Joanna
Patrick Wilson: Alex Murphy
Jonathan Banks: Walt
Elizabeth McGovern: Karen McCauley
Sam Neill: Capitano Hawthorne

Trama parzialmente tratta da Wikipedia :

Michael MacCauley è un mite pendolare di Tarrytown che tutti i giorni prende il solito treno per recarsi a Manhattan, dove lavora nel campo delle assicurazioni, al quale è passato dopo anni di servizio nella polizia di New York. Un giorno viene licenziato, e mentre sta prendendo il treno che lo riporterà a casa viene avvicinato da una donna, Joanna.

Per passare il tempo, Joanna gli propone una sfida: trovare un passeggero, nome in codice Prynne, che non dovrebbe trovarsi sul treno, e la cui esistenza mette in pericolo quella di tutti gli altri occupanti; Prynne ha con sé una borsa, all’interno della quale dovrebbe esserci un oggetto rubato: se Michael riuscirà a riconoscerlo e a infilare nel bagaglio un localizzatore GPS prima che Prynne scenda alla stazione di Cold Spring, otterrà una ricompensa di 100 000 dollari.

Commento:

Liam Neeson ormai si è standardizzato in questo ruolo dell’uomo che bello seduto sull’albero viene sballottato per rovinare (quasi) a terra fino a che, dopo molti tentativi e molte dure prove, tutto torna alla normalità. E fin qui non c’è nulla di male poichè è un canovaccio consolidato e utilizzato spesso sia al cinema che nei romanzi…

Peccato che il regista  e l’attore protagonista abbiano girato un precedente film chiamato “Non stop” e questo “L’uomo sul treno – The Commuter”,  a parte il mezzo che là era un aeroplano, ne sembra la fotocopia.

Quindi la pellicola, nonostante pecchi di originalità e non offra molti spunti, risulta comunque un bel passatempo e avvincente al punto giusto: chi sarà Prynne? Chi lo/la vuole morto/a? Chi è coinvolto?

Vera Farmiga è a mio avviso sprecata perchè si vede davvero poco e tutto ruota intorno a Liam Neeson che da solo sorregge il ruolo, il film e pure il treno!

In sostanza un film godibile ma che non genera particolari aspettative.
Voto: 6.5 Vuoi vedere che conviene saltare i tornelli?

 

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Recensione Libri: “La grande truffa” di John Grisham


Titolo: La grande truffa
Genere : Legal-thriller
Autore: John Grisham
Editore: Mondadori
Anno: 2018
Pagine: 310
Titolo originale: The Rooster Bar

Trama tratta da IBS.it:

Gli studenti Mark, Todd e Zola si sono iscritti alla scuola di legge di Washington con le migliori intenzioni e il sogno di cambiare il mondo una volta ottenuta la sospirata laurea. Dopo essersi coperti di debiti per poter pagare le rette salatissime di una mediocre scuola privata, i tre amici si rendono conto di essere oggetto di una grande truffa. Il loro istituto, infatti, insieme a molti altri, è nelle mani di un potente e losco investitore newyorchese, che è anche socio di una banca specializzata nella concessione di prestiti agli studenti.

Commento:

Grisham è bravo a portarci nell’America truffaldina, dell’economia fatta di compromessi, società offshore e società al limite del lecito. Ci racconta anche una triste verità legata agli studenti universitari che s’indebitano per portare a termine gli studi. Il racconto è un crescendo di ansia e aspettativa e, onestamente, mi ha lasciato un po’ perlesso nell’epilogo. Sembra che di colpo Grisham non sapesse più cosa aggiungere o come risolvere e ha “chiuso” rapidamente la questione. Peccato per il finale perché il libro è interessante.

Voto: 6.5 Ok, ma il finale…

Recensione Film: L’ora più buia


Titolo: L’ora più buia
Film del
2017
Diretto da Joe Wright
Titolo originale: Darkest hour
Genere: biografico, drammatico, storico, guerra
Durata: 125 minuti
Con:
Gary Oldman: Winston Churchill
Kristin Scott Thomas: Clementine Churchill
Ben Mendelsohn: re Giorgio VI
Lily James: Elizabeth Layton
Ronald Pickup: Neville Chamberlain
Stephen Dillane: visconte Halifax

Trama tratta da Wikipedia :

Nel 1940 Winston Churchill, da pochi giorni Primo ministro della Gran Bretagna dopo le dimissioni di Neville Chamberlain, deve affrontare una delle sue prove più turbolente e definitive: decidere se negoziare un trattato di pace con la Germania nazista o continuare la guerra per difendere gli ideali e la libertà della propria nazione.

Quando le inarrestabili forze naziste iniziano a conquistare tutta l’Europa occidentale e la minaccia di invasione diventa imminente, con un’opinione pubblica non preparata, Churchill dovrà sopportare la sua ora più buia, con re Giorgio VI scettico e il suo partito che trama contro di lui, mobilitando l’intera nazione e tentando di cambiare il corso della storia mondiale.

Commento:

Per “L’ora più buia” è difficile separare il giudizio tra la performance di Gary Oldman reso irriconoscibile dal trucco per assomigliare al vero Churchill ed il film in sè. La trama ovviamente ricalca la Storia per cui è chiaro per chi conosce abbastanza gli eventi della IIa Guerra Mondiale che non ci sia molto da scoprire.

Altrettanto chiaramente il bello del film è la narrazione dell’uomo Churchill, delle sue paure e dubbi e di aneddoti forse non molto conosciuti. Gary Oldman oltre ad essersi sottoposto ad interminabili sedute di make-up è stato davvero bravo a fare propri i gesti, la postura e (nella versione originale) le cadenze inglesi del Primo Ministro.

E difatti ha vinto l’Oscar per questo. Il film è ben fatto e ci introduce facendoci rivivere da vicino eventi storici che non andrebbero mai dimenticati. E’ ben confezionato e costruito in maniera avvincente. Il finale, che non poteva essere altrimenti è consono alla narrazione ma, e questa è solo una mia opinione molto personale che ripropongo spesso in certi film, lascia con l’acquolina in bocca.

Mi spiego meglio: qui è chiaro (per chi conosce la storia) il seguito delle vicende ma lasciare la spiegazione soltanto a parole scritte sullo schermo è un po’ deludente. Non che volessi tutta la rappresentazioen della seconda guerra mondiale però almeno vedere il primo dopoguerra sarebbe stato interessante. Maca un po’ il senso della rivalsa, ecco. Bravissimi tutti gli attori. Dove ho già visto Lily James? Ah già… QUI
Un educativo film di storia che si fa vedere con attenzione.

Voto: 8 Vi prometto sangue, fatica e sudore.

Recensione Libri: “Origin” di Dan Brown


Titolo: Origin
Genere :
Thriller, Avventura
Autore: Dan Brown
Editore: Mondadori
Anno: 2017
Pagine: 560
Titolo originale: Origin

Trama tratta da IBS.it: Robert Langdon, professore di simbologia e iconologia religiosa a Harvard, è stato invitato all’avveniristico museo Guggenheim di Bilbao per assistere a un evento unico: la rivelazione che cambierà per sempre la storia dell’umanità e rimetterà in discussione dogmi e principi dati ormai come acquisiti, aprendo la via a un futuro tanto imminente quanto inimmaginabile. Protagonista della serata è Edmond Kirsch, quarantenne miliardario e futurologo, famoso in tutto il mondo per le sbalorditive invenzioni high-tech, le audaci previsioni e l’ateismo corrosivo. Kirsch, che è stato uno dei primi studenti di Langdon e ha con lui un’amicizia ormai ventennale, sta per svelare una stupefacente scoperta che risponderà alle due fondamentali domande: da dove veniamo? E, soprattutto, dove andiamo?

Commento: Dan Brown ha uno schema che ricalca per ogni suo romanzo e quindi anche qui nulla da aggiungere, il plot è semplice. Il libro è interessante e per il tema incuriosiscce fino al termine anche se devo dire che s’intravede qualcosa prima del finale… E’ comunque un bel viaggio tra continenti e culture differenti sempre a fianco dell’amato Robert Langdon. Piacevole lettura con qualche perplessità.

Voto: 7.5 Forse un po’ pretenzioso

Come ricercare i propri antenati – Parte 2


Come ricercare i propri antenati – Parte 2

Oggi entro un po’ nel dettaglio sulla richiesta di documenti ai Comuni d’origine dei nostri antenati e ad aggiornare lo stato del mio albero genealogico.

La richiesta di atti ai Comuni

Per tali richieste agli uffici anagrafici o del servizio civile / demografico consiglio innanzitutto:

Gentilezza ed educazione poiché la ricerca genealogica non è ai primi posti tra le priorità degli uffici comunali.

E’ opportuno fornire nomi corretti e date precise se le conosciamo per facilitare il Comune nel trovare quello che cerchiamo.

Sapere cosa richiedere.

I Comuni conservano una copia dell’atto originale e una seconda copia viene mandata ai Tribunali.

Tale copia mi pare d’aver capito è quella disponibile online sui siti degli Archivi di Stato in Antenati.

Ogni Comune ha i propri archivi e quindi non è semplice capire cosa esiste o cosa non c’è più al loro interno.

Purtroppo, a volte, alcuni documenti sono rovinati per gli eventi storici: guerre, incendi, alluvioni, incuria.

Di solito i documenti (parlo del Nord Italia) partono dagli anni successivi alla creazione del Regno d’Italia (1861).

Più facilmente da qualche anno dopo (1866-1871) fino ad arrivare ai giorni nostri.

Quali atti dei nostri antenati possiamo richiedere gratis e quali informazioni contengono?

La copia di un atto (morte / nascita) è una fotocopia del documento redatto all’epoca dell’evento.

Un estratto è solo un documento “ufficiale” del comune che certifica l’avvenuta nascita o il decesso.

Poichè siamo alla ricerca di informazioni sugli antenati a noi interessa la copia (se possibile integrale) rispetto all’estratto.

Da tale atto possiamo risalire ad altre innumerevoli interessanti informazioni.

L’estratto è invece una certificazione che conferma essenzialmente l’evento ma non dice quasi nulla del contenuto dello stesso.

Nella copia dell’atto di nascita troviamo i nomi dei genitori e di parenti, indirizzo e spesso annotazioni.

Le annotazioni

Contengono informazioni preziose come l’eventuale luogo di matrimonio e nome del coniuge. A volte (raramente) anche luogo e data del decesso.

Nell’atto di morte troviamo l’età del defunto (spesso arrotondata); i nomi dei genitori (generalmente FU se già defunti) e il nome del coniuge o vedovo/vedova; il comune di nascita.

Anche il matrimonio ci regala il nome oltre che degli sposi anche quello dei genitori, dei testimoni e a volte addirittura dei nonni!

Come ottenere il documento:

Generalmente chiedo copia via mail in formato pdf e generalmente il Comune rispetta tale richiesta. I tempi di attesa variano da Comune a Comune: alcuni non rispondono mai, mentre altri addirittura chiamano telefonicamente per ottenere ulteriori informazioni.

Solitamente questi atti sono comunque gratuiti.

Usare la PEC

Per queste richieste io uso la mia email PEC sperando di avere qualche possibilità in più di risposta. Credo che i Comuni per espletare debbano protocollare ogni richiesta che gli arrivi. Questa è una mia opinione per cui non se sia effettivamente suffragata da prove concrete, se non altro ho la certezza della consegna al destinatario.

Attesa

Occorre avere pazienza poiché i Comuni hanno priorità differenti rispetto alle nostre aspettative di genealogisti in erba! Per esempio il Comune di Curtatone mi risponde sempre, magari non subito poiché tende ad accorpare le mie richieste. Gliene sono grato.

La pazienza e la perseveranza pagano

Con un colpo di fortuna, ho trovato la tomba di una mia bisnonna materna a Peschiera Borromeo. Nel frattempo però avevo già richiesto la copia dell’atto di morte al Comune in base a dati non precisi.
Dopo un mese mi hanno richiamato dicendomi che non trovavano nulla ma, ho comunicato l’anno di morte corretto e hanno ripreso a cercare.

Ho atteso ancora e finalmente dopo circa due settimane ecco l’atto di morte di mia bisnonna! Con questo atto sono risalito alla nascita presunta (1876) e alla conferma del Comune che sapevo essere Senna Lodigiana. Altra richiesta al Comune di Senna spiegando che negli atti disponibili online il registro del 1876 era incompleto. Dopo 2 settimane mi hanno mandato l’atto di nascita confermando le mie ipotesi e no, mia bisnonna non è nata in Montenegro come leggenda voleva!

AGGIORNAMENTO delle mie ricerche antenati nel mantovano.

DIOCESI E PARROCCHIE

Come scrivevo nella PRIMA PARTE ero arrivato al punto che, per poter proseguire oltre, dovevo avere accesso ad informazioni delle Parrocchie o delle Diocesi di appartenenza dei miei antenati.
Così, un giorno, ho scritto al sito della Diocesi di Mantova per provare a richiedere documenti inerenti i miei parenti di Buscoldo, frazione di Curtatone.

Gentilmente mi hanno risposto che in Diocesi esiste poca documentazione e di rivolgermi al Parroco del paese.

Ho chiamato ed il Parroco gentilissimo mi ha detto che dietro permesso da richiedere in Diocesi potevo andare nella Parrocchia quando volevo accordandoci sugli orari.

Peccato che io abiti a 200km di distanza e non ho tempo da dedicare alla ricerca sul posto e ho dovuto declinare la bella offerta…

UNA RISORSA PREZIOSA SUL POSTO

Poi il Parroco mi dice che, se voglio, posso contattare una persona del posto appassionata come me di genealogia e sentire come può aiutarmi. Detto fatto.

Per ovvi motivi non pubblico nome e cognome ma posso dire che è una persona davvero molto gentile e disponibile.

Contattata mi ha detto di comunicare tutto ciò che conoscevo e che cosa andavo cercando. Dopo un’ulteriore permesso richiesto al Parroco e una piccola offerta devoluta molto volentieri alla Parrocchia, il mio albero è cresciuto.

Mi ha mandato foto degli atti tra cui nascite, matrimoni, morti, stati d’anime e anche qualche atto di compravendita.

Addirittura un atto in cui i Marchesi della zona davano ai miei antenati il benestare per pascolare pecore ed agnelli nel loro territorio!

E mi ha mandato anche le foto delle corti ove abitavano i  miei antenati.

Davvero una persona speciale.

AGGIORNAMENTI DELLE INFORMAZIONI CON I NUOVI ATTI RICEVUTI

Riporto parzialmente quanto scritto nell’articolo precedente aggiornandolo con le nuove informazioni:

Scrivevo: “Da vari atti di nascita dei figli ho estrapolato l’età approssimativa di mio trisnonno Giuseppe:”.

“…nato tra il 1830 e il 1834 (e la moglie Maria Rosa tra il 1838 e il 1842).”

“…il figlio Giovan Battista è morto tra il 1844 (anno in cui nacque il figlio Luigi) e il 1873 (anno in cui nacque mio bisnonno e lui risulta FU)”.

Se non abbiamo a disposizione gli atti di nascita o di morte ma solo date presunte da altri atti:

Anno di nascita di una persona dalla data di matrimonio:
Anno di matrimonio – (50/15 anni)         cioè
Giuseppe: Nato tra (1861-50) = 1801 e (1861 – 15) = 1846

Anno di nascita dalla data di morte: Vengono riportati gli anni al momento della morte ma spesso non sono corretti o precisi.

CONSOLIDAMENTO DELLE INFORMAZIONI

UPDATE (In rosso le nuove informazioni raccolte).

Giuseppe nacque a Buscoldo il Primo Maggio del 1832 e si sposò il 18 settembre del 1861 (a 29 anni)

Giuseppe: Nato tra (1919-90) = 1829 e (1919 – 20) = 1889    (ma avendo figli nati dal 1868 in poi è ovvio che sia nato prima, almeno 20 anni li avrà avuti nel 1868, no? per cui direi  nato fino al 1848) INFATTI, 1832

Nel 1861(anno di matrimonio) aveva tra  27 e 31 anni.  INFATTI, 29      
L’atto di morte del 1919 riporta che aveva 85 anni e quindi ipoteticamente nato nel 1834. (Torna). 1832, quindi morto a 87 anni.

Grazie agli stessi atti mia trisnonna Maria Rosa (moglie di Giuseppe) nacque tra il 1838 e i 1842 (1839 se fa fede il suo atto di morte).  Qui non ho ancora certezze.

ULTERIORI INFORMAZIONI

Ho avuto un sacco di altri dati: fratelli, sorelle, matrimoni e nomi di antenati fino ad arrivare ragionevolmente al 1705! Tra l’altro non più solo a Buscoldo ma a Suzzara, Riva, San Prospero e Luzzara. E qualche curiosità sulle corti dove abitavano, per quali Marchesi lavoravano, nuove parentele…

A questo punto faccio qualche ipotesi sul padre di Giuseppe, Giovan Battista:

Giuseppe nato tra il 1830 e il 1834 (1/5/1832), un fratello (Luigi) nato nel 1844 (6/9/1843).
Direi che ragionevolmente Giovan Battista al momento della nascita di Giuseppe potrebbe aver avuto tra i 22-32 (32-35) anni e circa 32-44 (43-46) anni al momento della nascita di Luigi fratello di Giuseppe. Probabilmente ci sono altri figli che al momento non ho recuperato. (INFATTI)
Per cui:

Giovan Battista reputo sia nato tra il 1798 e il 1812 (1797-1800) e se Giuseppe è il primo figlio (no, c’è un Giacomo nato il 22/4/1830), G.Battista si sarà sposato tra il 1828 e il 1834 quando aveva tra i 22 e i 30 anni.
Giovanni Battista si sposò una prima volta nel 1815 (15-19 anni) e poi rimasto vedovo si risposò nel 1828 (28-32 anni).  

Di Paolo Ugo suppongo che sia morto in giovane età poiché non trovo figli né matrimonio. Al momento è un punto interrogativo a cui non posso rispondere. Ora lo so: Paolo Ugo nacque il 25 Gennaio 1872 e morì il 2 Marzo 1873.

Sempre grazie a questa persona sono risalito almeno per il mio cognome all’undicesima generazione! Mi ha fornito atti di nascita, di matrimonio, di morte e stati d’anime. In più ci siamo sentiti per raccontarci un po’ delle storie delle famiglie, del luogo d’origine di entrambi e scoprire che, alla lontana, siamo parenti!
In pratica ecco il mio ramo :

Io (1968) > mio padre Ugo (1937) > mio nonno Amleto Enrico (1907) > mio bisnonno Ugo Luigi (1873) > mio trisavolo Giuseppe (1832) > mio quadrisavolo Giovanni Battista (circa 1797-1800) > padre del quadrisavolo Adamo Cesare (1772) > Sante Cesare Melchiorre (1749) > Giovanni Battista (circa 1705-1729) > Cesare (circa 1665-1687) > Gio (circa 1625-1647).

Alla prossima!

Recensione Libri: “La settima piaga” di James Rollins


Titolo: La settima piaga
Genere :
Thriller, Azione, Avventura
Autore: James Rollins
Editore: Narrativa Nord
Anno: 2017
Pagine: 450
Titolo originale: The Seventh Plague

Trama tratta da Wikipedia: Antefatto: anno 1324 a.c.Una sacerdotessa egizia, custode di un segreto importante per l’intera umanità, si lascia rinchiudere in una tomba scavata nella roccia e riproducente un corpo umano. Ella è l’ultima custode a farsi murare e bruciare in questo modo, dopo aver seguito un cammino di mummificazione in vita. Il suo posto d’onore è una nicchia ricavata proprio nel cuore di quel corpo umano… Oggi:Il ritrovamento del corpo del professor Harold McCabe, scomparso in Sudan durante le sue ricerche sull’antico Egitto, desta sconcertanti domande su come sembri mummificato ancora da vivo. Ma aprendone il cranio, i medici trovano un cervello luminescente, dal quale però si spigiona un virus letale che si diffonde inesorabilmente..

Commento: Quando leggo un libro di james Rollins e della sua Sigma Force so già a cosa vado incontro. So che ci saranno eventi inverosimili, azioni esagerati, super-agenti segreti. E quindi anche stavolta non mi aspetto l’originalità nella trama. Ma il mistero che ogni volta è differente e collegato alla realtà (medica, storica) è sempre affascinante e poco importa come venga svelato o risolto. Rollins ha una narrazione piacevole e serrata, fantasiosa e suffragata e al tempo stesso corroborata da alcuni fatti storici. Un libro divertente.

Voto: 7.5 Altro che la muffa

 

Recensione Film: La forma dell’acqua


Film del 2017
Diretto da Guillermo del Toro
Genere: fantastico, sentimentale, avventura, drammatico
Durata: 123 minuti
Con:

Sally Hawkins: Elisa Esposito
Michael Shannon: col. Richard Strickland
Richard Jenkins: Giles
Doug Jones: uomo anfibio
Michael Stuhlbarg: dott. Robert ‘Bob’ Hoffstetler / Dimitri
Octavia Spencer: Zelda Delilah Fuller

Trama parzialmente tratta da Wikipedia : Baltimora, 1962. Elisa è una donna affetta da mutismo, che lavora come addetta alle pulizie in un laboratorio governativo dove vengono effettuati degli esperimenti atti a contrastare la Russia durante la guerra fredda. I suoi due unici amici sono la collega afroamericana Zelda e l’inquilino Giles, coi quali condivide una vita di solitudine ed emarginazione. Un giorno al laboratorio viene portata una cisterna contenente una creatura anfibia dall’aspetto umanoide: è stata catturata in Amazzonia dove gli indigeni locali la veneravano come un dio. Elisa rimane molto affascinata dalla creatura, e comincia ad andare a trovarla di nascosto portandole del cibo e insegnandole a comunicare tramite la lingua dei segni americana.
Il colonnello Strickland, nel frattempo, conduce sanguinosi esperimenti sull’uomo anfibio, e riceve dal suo superiore, il generale Hoyt, l’ordine di vivisezionarlo nella speranza che studiando la sua anatomia si possano ottenere preziose informazioni per la corsa allo spazio.

Commento: E’ un bel film, non so se da Oscar, che trae molto dalle favole e dai B-Movies degli anni’50. E’ una sorta de “La Bella e la Bestia” al contrario (la trasmutazione finale che non rivelo non è quello che ci si aspetta) e dichiaratamente ispirato – in parte – da “Il mostro della laguna” di Arnold. E’ interessante il contesto storico in cui viene inserita la favola: la guerra fredda inizio anni ’60. E’ evidente comunque l’intento del regista di dimostrarci che la diversità si scontra con i valori del perbenismo e del razzismo: Elisa e Dalila vengono considerate inferiori solo perché sono due donne delle pulizie e la stessa inferiorità vienne addotta all’uomo anfibio perché non umano. Giles è un omosessuale e non ben visto dalla società e costretto alla solitudine per questo oltre che all’emarginazione sul lavoro. I neri poichè semplicemente tali visti come inferiori e diversi…

In realtà poi anche quello che sembra essere il “paladino” cioè il Colonnello Strickland non è altro che un uomo disprezzato dai superiori, disturbato e in fondo “diverso” pure lui, soltanto che nasconde tutto dietro una facciata violenta di normalità. Un film romantico e allo stesso tempo onirico (vedi il nome del cinema…).

Forse c’è un blooper ma dovrei rivederlo per confermarlo: dopo aver scritto sul calendario che il 10 Ottobre pioverà e un luogo preciso, Elisa strappa il foglio e legge il testo sul retro. Ma quando Strickland arriva trova nuovamente il foglio del 10 Ottobre ancora attaccato al calendario sul muro…

 

Voto: 8 Respirazione bocca a bocca…

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