Ricerca degli antenati in Parrocchia – Una testimonianza


Famiglia Lucca - 1945 circa

Famiglia Lucca – 1945 circa

Dopo aver cercato online (Antenati, Family Search ed Ancestry), in Archivi Diocesani (Lodi e Pavia), Archivi di Stato e ai Comuni finalmente sono riuscito a contattare e poi a recarmi di persona in due delle Parrocchie in cui stavo cercando alcuni documenti inerenti il mio ramo materno.           
In linea di principio generale occorre richiede alla Curia di appartenenza della Parrocchia un nullaosta per poter accedere agli Archivi parrocchiali.
Almeno per quello che riguarda la mia esperienza personale non si hanno problemi con le Curie: presso gli Archivi Diocesani di Lodi e Pavia ho ottenuto il nullaosta semplicemente facendone richiesta in loco.

A questo punto è comunque necessario contattare i Parroci o gli Archivisti per chiedere appuntamento ed il permesso di accedere ai locali in cui vengono conservati i Registri ecclesiastici.

Poiché spesso tali locali sono annessi alla Casa Parrocchiale dove il Parroco risiede, il Sacerdote può anche negare l’accesso ad esterni, è nel suo diritto e non possiamo (se non insistere educatamente) fare altro, è casa sua.     
Nel mio caso, finora, ho avuto fortuna in due casi su tre.             
Infatti, per ora l’accesso ad una Parrocchia di Milano mi è stato negato poiché gli Archivi contengono anche dati recenti e quindi sensibili ai fini della Privacy. Quindi pur assicurando il mio interesse esclusivo per i decenni iniziali del ‘900 (100 e passa anni fa), il Parroco giustamente dal suo punto di vista, non permette l’accesso perché potrei accedere ai dati recenti. E poiché oberato di impegni e in mancanza di Archivisti e/o volontari non può essere di presidio, controllando di persona le mie ricerche. Peccato, mi adeguo alla situazione.

Per quanto riguarda invece l’accesso alle due Parrocchie nella Provincia di Lodi (San Martino in Strada e Graffignana) sono stato molto fortunato: dopo numerosi contatti via mail e telefono intercorsi negli anni (purtroppo la pandemia ha di fatto “congelato” l’accesso per parecchio tempo) con i rispettivi Parroci, sono finalmente riuscito a recarmi nei due paesi. Alla ricerca dei CURTI di famiglia!

Poiché era la prima volta in un Archivio Parrocchiale non sapevo cosa trovarmi davanti e soprattutto per quanto tempo avrei avuto a disposizione: un’ora, dieci minuti, tutto il giorno?

Devo dire che entrambi i Parroci si sono rivelati molto ospitali: ho seguito la Messa e poi dalla Sagrestia mi hanno accompagnato negli Archivi nelle loro case, mostrandomi gli armadi contenenti i Registri, dandomi ampio spazio di manovra, ovviamente seguendo canoni di educazione, cura e rispetto oltre che dell’Archivio e dei registri ecclesiastici anche del luogo.

Differenza tra Archivio Diocesano e Parrocchiale

Se in Archivio Diocesano è ovviamente tutto decodificato e catalogato, per cui basta chiedere agli incaricati e loro forniscono i faldoni che interessano partendo da luoghi, tipo di atto e date precise, in Parrocchia, seppur abbia avuto la possibilità di cercare in piena libertà, ho dovuti organizzare bene la mia ricerca ed agire in autonomia. Il ricercatore sei tu, eccoti la chiave, prego. Spettacolo. 
In entrambi i casi comunque non ho trovato un elenco di consistenza dell’Archivio in cui capire esattamente cosa fosse conservato, sarebbe stato il massimo, soprattutto per sveltire il proprio compito.

Modalità di ricerca

Ogni Parrocchia ha i propri registri e innanzitutto io consiglio, prima di iniziare a sfogliare i registri, di scattare alcune foto all’armadio con i registri, alle coste dei faldoni e poi alle copertine dei faldoni stessi: in questo modo vi fate un’idea di cosa c’è, cosa manca, dei periodi e di eventuali lacune.

Sottinteso che dovete arrivare con un “programma” di quello che volete trovare e dove: in questo modo eviterete di perdere tempo o cercare inutilmente a vuoto o magari cercare “cose” che avete già ricercato in precedenza. Organizzatevi bene, prima.

Nel mio caso ho trovato registri dei battezzati, dei defunti, dei matrimoni, delle pubblicazioni, alcuni indici (fondamentali per accelerare la ricerca e integrarla con i dettagli) e qualche (raro, purtroppo) stato delle anime (una sorta di censimento pre-Pasquale con lo stato di famiglia) che mi sarebbe stato davvero molto ma molto utile.

Lo stato dei registri varia da sufficiente a molto ben conservato: occorre maneggiare con molta cura i fogli poiché certi sono “farinosi” o sottili e facilmente rovinabili.

In alcuni faldoni ho trovato segature e anche insetti morti.

Altri sono praticamente solo un po’ arricciati come i quaderni dei bambini a scuola ma in generale ben tenuti e il degrado è dovuto esclusivamente alla loro vetustà. In passato probabilmente erano custoditi i luoghi umidi e magari alle intemperie, all’incuria e non è raro anche che alcuni resgistri siano stati persi, altri distrutti volontariamente o per incendi, alluvioni.               

Il brutto soprattutto (per me) è trovare faldoni non contigui cronologicamente parlando; scoprire che manca un intero decennio (o più) tra due periodi significa spesso saltare una generazione… 

Entrambi i Parroci mi hanno messo a completa disposizione la stanza che contiene l’Archivio, un tavolo, delle scrivanie e uno spazio per il mio computer. Oltre la possibilità di poter scattare fotografie.

Questo tra l’altro senza una limitazione temporale: ho smesso dopo qualche ora per la stanchezza soprattutto alla vista. Leggere manoscritti piuttosto erosi dal tempo, con una calligrafia spesso “difficoltosa” e in latino è un lavoro che mette a dura prova la pazienza e la vista ed in più non volevo approfittare troppo della cortesia di persone che “regalano” un po’ del loro tempo e dei loro spazi a sconosciuti.

Passati in rassegna i faldoni per capire quali atti fossero presenti e quali no, ho iniziato a spulciarli seguendo una mia logica che, traendo le informazioni che mi ero preparato da casa, ho cercato di utilizzare al meglio.

Sono partito dagli indici cercando cognomi a me noti e cari e confrontando le mie supposizioni, corroborate in parte da altri indizi, ho poi proseguito nel dettaglio dei registri ove possibile e necessario.

Purtroppo ho scoperto che i miei avi negli anni precedenti a ciò che trovo negli Archivi Diocesani – nulla antecedente al 1770 circa – molto probabilmente vivevano altrove.

Le mie ipotesi non si sono rivelate del tutto corrette. Ho trovato alcuni parenti collaterali ma non direttamente ciò che cercavo e che avrebbe confermato alcuni ascendenti. E in più ho trovato lacune proprio negli anni che mi sarebbero serviti allo scopo…peccato.

In sostanza dovrò ricominciare in Parrocchie limitrofe e vedere se stavolta sarò più fortunato. 

Di queste due esperienze però mi rimangono bei ricordi e aspetti comunque positivi, esiti a parte: estrema disponibilità e gentilezza da parte dei Parroci e il fascino di toccare e leggere (anche) documenti manoscritti di oltre 250 anni fa! Non c’è paragone nel leggere un documento reale invece di uno digitalizzato, sentirne il profumo, tastarne la consistenza… senti la Storia scorrere sotto i polpastrelli delle dita.      

First Man – Il primo uomo [Recensione Film]


Titolo: First Man – Il primo uomo
Film del 2018
Diretto da Damien Chazelle
Genere: biografico, drammatico, storico
Durata: 141 Minuti
Con:
Ryan Gosling: Neil Armstrong
Claire Foy: Janet Shearon Armstrong
Corey Stoll: Buzz Aldrin
Pablo Schreiber: Jim Lovell
Jason Clarke: Edward Higgins White
Kyle Chandler: Deke Slayton

Trama:

“First Man – Il primo uomo” narra la storia di Neil Armstrong a partire dell’inizio degli anni ’60. I suoi dubbi, i suoi fallimenti e successi e la vita privata scossa dalla morte prematura della piccola Karen vengono rappresentati per mostrarci il lato umano dell’astronauta che per primo toccò la luna.

Commento:

Questo film ricrea molto bene l’atmosfera da guerra fredda, la volontà degli Stati Uniti di primeggiare nella corsa allo spazio ma soprattutto ci mostra il punto di vista del protagonista che mise il primo piede sul suolo lunare. Un bel film che ci insegna che la strada per progredire è fatta di sacrificio, sudore, lavoro, studio e costellata di fallimenti e incidenti. Ryan Gosling è bravo a darci l’idea di un uomo forte, serio e determinato ma al contempo reso fragile dalle vicissitudini famigliari. L’atmosfera anni 60-70 è davvero coinvolgente. Un bel film sulla nostra storia “recente”. Da vedere.

Voto: 8 Un piccolo passo per un uomo, un enorme balzo per l’umanità.

 

Mission Impossible Fallout

Mission Impossible Fallout [Recensione Film]


Mission Impossible FalloutTitolo: Mission Impossible Fallout
Film del 2018
Diretto da Christopher McQuarrie
Genere: avventura, azione, spionaggio, thriller
Durata: 147 Minuti
Con:

Tom Cruise: Ethan Hunt
Henry Cavill: August Walker
Simon Pegg: Benji Dunn
Rebecca Ferguson: Ilsa Faust
Ving Rhames: Luther Stickell
Sean Harris: Solomon Lane
Angela Bassett: Erica Sloane
Michelle Monaghan: Julia Meade
Alec Baldwin: Alan Hunley
Vanessa Kirby: Alanna “Vedova Bianca” Mitsopolis
Frederick Schmidt: Zola Mitsopolis
Wes Bentley: Erik

Trama parzialmente tratta da Wikipedia:

Due anni dopo la cattura di Solomon Lane, i resti della sua organizzazione, il Sindacato, sono stati trasformati in un gruppo terroristico noto come gli Apostoli. Ethan Hunt riceve i dettagli di una missione per intercettare la vendita di tre nuclei di plutonio da un venditore sconosciuto agli Apostoli. Hunt si unisce quindi a Benji Dunn e Luther Stickell per la missione. Il team cattura e interroga l’esperto di armi nucleari Nils Debruuk, che avrebbe dovuto costruire tre armi nucleari portatili per gli Apostoli e ottiene informazioni sul gruppo.

La direttrice della CIA, Erica Sloane, ordina ad August Walker della divisione Attività speciali di supervisionare le attività del IMF e di Ethan mentre cerca di recuperare il plutonio…

Commento:

Tom Cruise si conferma credibile nell’agente segreto più estremo che ci sia. Salta, si arrampica, combatte, corre come un ventenne. Complimenti! Il corollario dei comprimari è sempre ben strutturato, la sceneggiatura ben oliata e costruita in un crescendo di adrenalina mai deludente. L’originalità di Mission Impossible Fallout è quella che è ma d’altronde non ci si aspetta, da questo tipo di film, altro che una spy-action story fatta bene e inseguimenti ben realizzati.

Tutto regge anche se molti colpi di scena risultano abbastanza prevedibili. E’un film divertente e avvincente e si fa guardare con stupore. Ho solo un dubbio riguadro al plot nel frammento in cui Ethan decide di fare a modo suo per liberare Solomon Lane (ovviamente per non dover uccidere agenti di polizia). Ma se il piano è noto alla Cia, possibile che l’Agenzia permetta tale sterminio? Forse è una forzatura, forse no, chissà… Comunqua ancora una volta la missione impossibile è degna del proprio nome e protagonista. Bello.

 

Voto: 8 007 a confronto non è nessuno!

Bohemian Rhapsody

Bohemian Rhapsody [Recensione Film]


Bohemian RhapsodyTitolo: Bohemian Rhapsody
Film del 2018
Diretto da Bryan Singer
Genere: biografico, drammatico, musicale
Durata: 134 Minuti
Con:

Rami Malek: Freddie Mercury
Lucy Boynton: Mary Austin
Gwilym Lee: Brian May
Ben Hardy: Roger Taylor
Joseph Mazzello: John Deacon

Trama parzialmente tratta da Wikipedia :

Nel 1970 Farrokh Bulsara, uno studente universitario britannico di origini parsi che lavora come scaricatore di bagagli all’Aeroporto di Londra-Heathrow, assiste all’esibizione in un locale notturno di una band locale di nome Smile. Dopo lo spettacolo incontra il chitarrista e il batterista del gruppo, rispettivamente Brian May e Roger Taylor, e si offre di sostituire il loro cantante Tim Staffell, che proprio quella notte aveva lasciato il gruppo; la stessa sera Farrokh conosce una ragazza di nome Mary, che lavora come commessa da Biba. Con l’aggiunta del bassista John Deacon la band – che di lì a breve cambierà nome in Queen – fa concerti in tutta la Gran Bretagna, fino a quando i componenti del gruppo vendono il loro furgone per produrre il loro album di debutto.

Grazie al loro successo e alla loro sperimentazione musicale la band fa colpo su John Reid, un famoso manager dell’etichetta discografica EMI, che procura loro un contratto. Allo stesso tempo Farrokh cambia legalmente il suo nome in Freddie Mercury e si fidanza con Mary Austin, la ragazza che aveva conosciuto dopo l’esibizione degli Smile. L’album scala le classifiche in America e, durante il tour degli Stati Uniti della band, Freddie inizia a mettere in discussione la propria sessualità.

Commento:

Difficile per me dare un giudizio imparziale sul film, ma ci provo. Amando i Queen e la loro musica non posso non farmi trasportare dai loro riff e ritmi e dalla voce irreplicabile di Freddie Mercury. Bohemian Rhapsody è l’esaltazione del loro modo di vivere e di condividere la loro arte. Quindi non posso stare fermo quando sento il battere delle mani e dei piedi in “We will rock you” o l’incedere esplosivo della canzone che da il titolo al film. Come non posso sentire una stretta al cuore a pensare quanto Mercury avrebbe potuto ancora dare alla musica e a noi con il suo innato talento. Di contro ci viene mostrato quello che era Freddie Mercury giù dal palco e tutto il suo mondo: era l’estremo in ogni frangente, positivo o negativo che fosse e quindi la sua gioia e dannazione. Per la pellicola devo dire che Rami Malek è (come Gwilym Lee che interpreta Brian May) molto somigliante e soprattutto molto bravo a offrirci una visione del Mercury privato. E’ un film che probabilmente vincerà qualche Oscar e se li merita. Bello e trascinante davvero.

Voto: 8 Who wants to live forever?

 

Captain Marvel [Recensione Film]


Titolo: Captain Marvel Captain Marvel
Film del 2019
Diretto da Anna Boden e Ryan Fleck
Genere: azione, fantascienza, avventura
Durata: 124 minuti
Con:
Brie Larson: Carol Danvers / Vers / Capitan Marvel
Samuel L. Jackson: Nick Fury
Ben Mendelsohn: Talos / Keller
Djimon Hounsou: Korath
Lee Pace: Ronan l’accusatore
Lashana Lynch: Maria Rambeau
Gemma Chan: Minn-Erva
Annette Bening: Suprema Intelligenza / Mar-Vell / Dr. Wendy Lawson
Clark Gregg: Phil Coulson
Jude Law: Yon-Rogg

Trama parzialmente tratta da Wikipedia :

Ad Hala, capitale dell’impero Kree, Vers fa parte della Starforce, una potente squadra di nobili guerrieri capitanati dal suo mentore e comandante Yon-Rogg. Vers non ricorda nulla del suo passato, ma come le rammenta la Suprema Intelligenza, leader dei Kree, loro l’hanno dotata di incredibili poteri e per questo deve servire il suo popolo. Durante una missione della Starforce, alla quale partecipano anche Korath e Minn-Erva, vengono attaccati da degli Skrull, alieni mutaforma in perenne guerra coi Kree, che rapiscono Vers. Quest’ultima viene sottoposta da Talos a un interrogatorio mentale, nel tentativo di localizzare un motore a velocità della luce nascosto su un pianeta, di vitale importanza per gli Skrull. Oltre a questo viene rivelato parte del passato di Vers, la quale si sveglia e, dopo una breve battaglia, precipita con una capsula di salvataggio sul pianeta dove è presente il motore che cercano gli Skrull: la Terra, nel 1995.

Qui incontra Nick Fury, un agente dello S.H.I.E.L.D., e lo avverte dell’imminente minaccia di un’invasione Skrull, ma Fury le crede solo dopo aver assistito a uno scontro tra Vers e uno dei quattro nemici superstiti.

Commento:

Alla stessa maniera di Avengers ho evitato di leggere recensioni e quant’altro prima di recarmi al cinema a vedermi questo film. Anzi, è proprio grazie all’aspettativa su Avengers Endgame che sono andato al cinema per vedere cosa succedesse “prima” e come mai Nick Fury è diventato orbo, eh eh eh. C’è il colpo di scena (devo dire inaspettato per me ignorante del fumetto di Captain Marvel, io ricordavo l’uomo super eroe  Marvell degli anni ’70) e una protagonista notevole. La storia è avvincente e degna dei Marvel Studios e, ovviamente, imprescindibile dal successo del resto del mondo UCM. Una pecca, si fa per dire, la locandina in cui Brie Larson è molto meno bella di quel che davvero sembra nel film… Una storia interessante da gustarsi con le immancabili scene dopo i titoli di coda…  Jude Law, sprecato, a mio avviso… Comunque la pellicola non delude le aspettative e regala al mondo un’eroina degna di tale nome.

 

Voto: 8 Anch’io voglio un bottone per capire i colori dei vestiti addosso!!!!

Gli errori nella ricerca genealogica e l’organizzazione dei dati raccolti.


Come precedentemente ho descritto QUI e QUI , grazie ad internet e non solo, sto tentando di ricostruire il mio albero genealogico per entrambi i rami (paterno e materno).

Raccolte le informazioni è molto importante organizzarle anche perché negli atti, nei documenti, nelle foto o nelle testimonianze si nascondono dettagli che ci possono aiutare ad ampliare ulteriormente il nostro campo d’azione e di conseguenza anche l’albero stesso.

Gli errori comuni

Il fascino di scoprire indietro nel tempo a volte ci rende “ciechi” verso il presente o il passato recente. Occorre avere pazienza e collegare ogni ramo con quello precedente per non sbagliare : casi di omonimia, errori di trascrizione, tradizione orale, ricordi stravolti sono tutti “nemici” del ricercatore.

Nel mio albero ho almeno 6 antenati (diretti e non) che si chiamavano Giuseppe Antonio Lucca: è facile confondersi e sbagliare.

Un errore comune (io sono il primo ad esserci cascato) è quello di iniziare a risalire nella ricerca soltanto interessandosi agli antenati diretti (genitori, nonni, bisnonni eccetera) tralasciando le parentele collaterali quali cugini, zii, prozii…

E’ invece davvero importante allargare in “orizzontale” l’albero per poter sperare di risalire verticalmente senza errori e raccogliendo più informazioni.

Quindi, ad esempio, conoscere date di nascita/matrimonio/morte e luoghi ed eventi degli zii aiuta a ricostruire una famiglia d’origine e dare un quadro d’insieme più completo con informazioni più dettagliate.

Nozioni maggiori significano maggiori possibilità di trovare altro (secondi matrimoni, divorzi, vedovanze, figli illegittimi, seconde nozze, spostamenti, traslochi, migrazioni, servizio militare…).

Il secondo errore è la fretta: se scopriamo un dettaglio interessante o troviamo un “nuovo” antenato vogliamo subito risalire al padre, alla madre… E’ naturale ma è altrettanto rischioso e una ricerca superficiale è controproducente.

L’errore più grave (a mio avviso) è quello di saltare a conclusioni in base ad ipotesi non suffragate da dati certi, tipo collegare un nonno ad un nipote senza conoscere il padre che sta in mezzo (semplificando). Mai cercare la via facile. Io sono fermo su un’antenata e credo fortemente di aver individuato il nome del coniuge e il suo ipotetico cognome (che per ora è ignoto). Ho indizi molto precisi ma non sufficienti a garantirmi la giustezza della mia ipotesi. Mi servono altre fonti che al momento non trovo…

Conoscere quello che ci circonda e ha influenzato il passato

All’inizio della ricerca genealogica s’incontra un mondo nuovo costellato e composto da informazioni che raccolgono dati da discipline ben diverse tra loro ma ovviamente ben intrecciate l’una all’altra.

Abbiamo a che fare con:

il tempo (in termine cronologico) che racconta gli eventi della nostra famiglia e della Storia.

il tempo (in senso meteorologico) che influisce sulla vita delle persone (basta pensare alle alluvioni o alla siccità).

la Storia (guerre, carestie, eventi socio-politici, epidemie, poteri economici/politici/religiosi)

la Geografia (indissolubilmente legata al tempo e alla Storia. I nomi dei luoghi cambiano per esempio, o i Comuni spariscono o vengono accorpati, i terremoti, le inondazioni…)

la Religione (Curia, Diocesi, Parrocchie, Archivi), lo Stato Civile (Stato, Comuni, Studi notarili, Catasto, Archivi), L’Educazione (Scuole, Istituzioni)…

C’è di tutto e di più come vedete e ben oltre alla nostra immaginazione…

Ritornando a noi: partiamo da quello che conosciamo meglio (la nostra famiglia che, come per un puzzle, è meglio ricomporre dai pezzi “facili”, quelli sui bordi. Mamma, Papà, fratelli e sorelle. Poi zii e cugini. E nonni e nonne.

Fermiamoci un attimo e verifichiamo cosa sappiamo davvero del nucleo vicino a noi stessi.

Quando il quadro è abbastanza chiaro e certo solo allora proseguiamo. Chiediamo (se li abbiamo ancora) ai genitori, ai nonni, agli zii, a tutti). A volte per qualcuno sarà difficile perché magari abitiamo lontano dai nostri parenti o magari i rapporti si sono raffreddati con il tempo e qualcuno non è minimamente interessato alla nostra ricerca o addirittura infastidito, succede. Abituarsi a credere ma non ciecamente alla parola di una zia in buonafede (il ricordo spesso è lontanissimo dalla realtà dei fatti).

Come già spiegavo le ricerche prendono vie diverse a seconda del periodo storico e dei luoghi e a volte inaspettatamente, per caso o per fortuna, dare il “LA” nasce da una frase di un parente che sta mangiando alla vostra tavola.

Organizzare i dati raccolti

Il discorso è complesso e quindi io scriverò come personalmente organizzo i dati secondo la MIA logica e il “Dopo” ricerca (che di per sé non esiste perché la ricerca è praticamente infinita, in realtà).

Dopo :

> aver cercato su Internet (vedi gli articoli precedenti), inserito i dati raccolti in alcuni siti di Alberi Genealogici Online (che possono aiutare ad integrare le informazioni e a creare graficamente l’albero), chiesto aiuto a forum specifici sull’argomento, telefonato e scritto a Parrocchie, Diocesi, Comuni e Archivi di Stato…

> aver visitato Archivi Diocesani e “reclutato” altri appassionati per scambio di informazioni e soprattutto supporto su luoghi lontani e di difficile raggiungibilità…

> aver raccolto tutto questo, il materiale va organizzato in qualche modo.

Io ho cominciato con Excel (credo che lo facciano in molti appassionati) e con cartelle piene di immagini e pdf degli atti ricevuti o fotografati.

All’inizio avevo messo tutto in una cartella “Antenati” nel mio pc ma poi, quando la mole di materiale è cresciuta, ho dovuto soffermarmi e tentare di dare un senso logico al tutto.

Nel mio caso avendo un ramo paterno definito praticamente nella provincia di Mantova ed un ramo materno quasi tutto tra Pavia, Lodi e Milano, ha significato creare due cartelle principali per semplificarmi il lavoro: “Mantova” e “Lodi e Pavia” (Milano riguarda da mia mamma in poi per cui so dove guardare).

Ho rinominato le immagini seguendo per prima cosa la cronologia e poi il tipo di atto e alcune informazioni che (teoricamente) con facilità mi possono servire a capire il contenuto di un documento (jpg o pdf) senza doverlo aprire.

Ad esempio l’immagine dell’atto di nascita di mio bisnonno l’ho chiamata:

1873 23 Febbraio NASCITA VECCHIA UGO LUIGI di Giuseppe e Maria Rosa Gambarati – Buscoldo

Salvandola sotto la cartella “Mantova” (Ramo paterno) vedo :

Anno / Giorno / Mese / Tipo di Atto / Generalità / Nome del padre / Nome della madre / Luogo di Nascita

Anche in Excel ho generato una sorta di Timeline in cui usando come partenza l’anno inserisco tutti gli eventi dal più remoto al più recente (ho due fogli excel, uno per ramo).

Un database

Arrivato al momento a circa 170 antenati diretti per un totale di circa 450 persone nel mio albero su almeno dodici generazioni ho iniziato a dover pensare a qualcosa di più strutturato per poter gestire al meglio le informazioni raccolte: un database.

Non sono un programmatore e quindi il mio db non è sicuramente ottimizzato o normalizzato ed è assolutamente troppo personalizzato sui miei bisogni per farein modo che possa renderlo pubblico o fruibile ad altri (non chiedetemelo, non vi servirebbe a molto, garantisco).

Di certo mi è servito per poter generare dei report su ogni singola persona del mio albero e tentare così di avere, per ognuno, in unica pagina tutto quello che può servirmi per trovare ulteriori antenati e/o informazioni integrative. Mi rendo conto che detta così non vi serve a molto per cui cerco di mettere almeno quello che un’idea del report famigliare di una persona (nel particolare una mia bisnonna paterna) e di quello che dovrebbe racchiudere (secondo me):

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

0: Cognome e Nome (Si evidenzia in giallo se la persona è un antenato diretto, mi serve soprattutto per le omonimie)
1: Date e luoghi di : nascita, prime nozze (se la persona si è sposata, ovviamente), morte
2: Generalità dei genitori
3: Note con informazioni aggiuntive
4: Nome del coniuge (se esiste)
5: Generalità e data/luogo di un eventuale secondo matrimonio
6 e 6B : Elenco figli della persona (prime e seconde nozze) con generalità, luoghi e date
7: Possesso degli atti (verde ce l’ho, giallo conosco la data ma mi manca, bianco mi manca in assoluto)
8: Filtri per la ricerca nel database
9: Generazione
10: Grado di parentela (rispetto a me)
11: Ramo (“P”aterno o “M”aterno)
12: Link alle foto degli atti
13: Pulsanti per aprire il report di persone collegate

Nel report per la stampa ho aggiunto ulteriori campi. Ad esempio da dove ho tratto le informazioni (siti online, altre persone, archivi statali o comunali, Diocesi o Parrocchie) e un campo in cui inserisco la data della mia ultima modifica, almeno so da dove ripartire.

Alla fine di tutto questo “lavoro” ho stampato ogni singola scheda e inserita in due faldoni (indovinate ogni faldone a cosa corrisponde) !

E con questo chiudo, vi auguro Buona Ricerca!

Ciao